Vi sono anche differenze fisiologiche tra i bambini autistici e quelli no? Sì, e una differenza scoperta da un team di ricercatori della Columbia University riguarda l’intestino e i batteri che ospita. Secondo quanto riportato dalla rivista MBio, lo scorso 10 gennaio, i bambini autistici ospitano dentro il proprio intestino un particolare tipo di batteri che gli altri bambini non hanno.
La scoperta, resa possibile grazie a uno studio condotto da Brent Williams e alcuni colleghi della Mailman School of Public Health della Columbia University (Usa), ha rivelato come gli individui autistici non solo abbiano particolari sintomi gastrointestinali, ma anche infiammazioni e varie anomalie nel tratto intestinale superiore e inferiore. Gli scienziati, al momento, non sanno dire quale possa essere la reale causa di questo squilibrio. Sono forse i microorganismi “diversi” causa dei disturbi all’apparato viscerale? O è forse il contrario? Questi batteri si sviluppano in seguito al problema intestinale? «Il rapporto tra microrganismi diversi, l’ospite e gli esiti per la malattia e lo sviluppo è un problema emozionante – spiega Christine A. Biron, Professore di Scienze Mediche presso la Brown University – Questo documento è importante perché inizia ad avanzare l’ipotesi di come i microbi residenti interagiscono con un disordine ancora poco conosciuto».
Tali microrganismi sembrano appartenere al genere denominato Sutterella, e nei soggetti autistici se ne trovano in quantità molto elevata – In particolare ne sono stati trovati molti nei tessuti del fegato. Purtroppo però, se è pur vero che questo gruppo di Sutterella non si trova nelle persone sane, è anche vero che non si trova in tutti i bambini autistici. Soltanto nei bambini autistici che hanno anche disturbi gastrointestinali. «Sutterella è stata associata a malattie gastrointestinali sotto il diaframma, e se si tratta di un agente patogeno o meno non è ancora chiaro – spiega Jorge Benach, Presidente del Dipartimento di Microbiologia presso la Stony Brook University – Non è un batterio molto noto».
Nei bambini affetti da autismo, anche i problemi digestivi possono divenire molto gravi e contribuire ad aumentare i problemi comportamentali. Va da sé che tutto questo, a lungo andare, rende complicato anche l’aiuto da parte di specialisti e medici. Se oggi, a più di un secolo dalla sua scoperta, questa patologia è ancora poco chiara, il collegamento con batteri anomali presenti nell’individuo lo è ancora meno.
Eppure, lo studio è stato svolto in maniera più che accurata perché ha preso in considerazione non solo i microrganismi presenti nelle feci, ma anche quelli relativi a campioni di tessuto nel fegato dei pazienti. Questo diminuiva al massimo il margine di errore, come spiega Benach: «La maggior parte del lavoro che è stato fatto collega il microbioma intestinale con l’autismo ed è stato fatto con i campioni di feci.
Quello che può apparire in un campione di feci può essere però diverso da ciò che è direttamente collegato al tessuto». Tuttavia, nonostante durante lo studio sia stato eseguito il massimo sforzo per evitare errori di qualsiasi genere, e nonostante il prelievo del tessuto epatico richieda un vero e proprio intervento chirurgico non certo semplice da affrontare per un paziente autistico, sono necessari ulteriori studi che comprendano l’origine di questi microorganismi anomali. Secondo Benach, il prossimo passo è quello di capire il ruolo che giocano i batteri appartenenti al genere Sutterella.
Fonte: www3.lastampa.it
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